IL MIO MONUMENTO ALLA RESISTENZA
350 metri quadrati di scultura,20 metri di altezza,18 di larghezza 13 di profondità,25 tonnellate di bronzo. Questo è il mio monumento alla Resistenza voluto dalla città di Cuneo. L’avevo sognato di pietra, e poi di acciaio,infine di bronzo, per forza. E’ già stato un miracolo se sono riuscito a vederlo davvero davanti alla Bisalta. Questo monte carico di gloriosa storia ancora m’intimidisce. Il primo giorno che ho dovuto pensare di mettergli addirittura davanti un monumento, relegandolo quasi al ruolo di paravento, mi spaventa ancora. E’ stata un’impresa, un avventura da mozzare il fiato. Davanti a questa montagna ci voleva almeno una piramide, un monolito o che so io, non certo un’architettura che, messa tra il monte e la città,viene assorbita quasi tutta.Per forza è un colloquio impossibile. Allora, quando incominciai questa fatica che è durata oltre quattro anni(dal1964 al 1969)il primo problema che mi si impose fu quello appunto di stabilire un contatto morale e materiale con la Bisalta della Resistenza. Pensavo a una architettura-scultura, una scultura potente,enorme trapassata da parte a parte dai ruggiti del monte;una scultura in cui la neve, depositandosi, facesse ribollire le vertebre,per il solo tentativo di essere profanate. Una scultura potente,organica,che riassumesse i miei tanti anni di lavoro, di esperienza.Una sculturachiara e lucida ,eccitata dall’urlo degli eventi, fantastica, aperta ad ogni richiamo-latitudine,ma pure ferma e immortale in ogni forma cristallizzata dall’ansietà. Questo avevo sognato, avrei voluto tanta comprensione,e Cuneo in parte me l’ha generosamente donata,ma il monumento alla Resistenza avrebbe dovuto impegnare tutta l’Italia, tutti gli italiani. Il monumento come lo sognavo sarebbe stato un’altra cosa, il doppio della dimensione di oggi e realizzato in pietra.Se nel nostro paese ci fosse più amore e rispetto per le arti e la cultura, avrei forse avuto l’occasione unica e rara di far nascere una cosa viva,talmente viva da rivoluzionare tutta la mia vita artistica.Dopo la rinascita,dopo tanti sacrifici e le energie immolate per questa grande causa,il primo grande compito sarebbe stato di ricostruire le coscienze, di portare avanti la cultura, che la nuova società esige,ma purtroppo assistiamo a fenomeni degradanti, scaturiti dalle guerre che indugiano su amari ripensamenti per quanti hanno donato la vita.
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